martedì 20 marzo 2007

Dall'Afganistan gridano LIBERI TUTTI (i giornalisti?)

Chiaramante la notizia di ieri, che mi fa piacere commentare oggi su questo blog visto che l'ho fatto proprio per questo, è la liberazione del giornalista di Repubblica.
Iniziano ora a spuntare le prime polemiche, da destra e sinistra, sullo Stato che si è "piegato" ai terroristi, che ha fatto il loro gioco.
Tali polemiche, fondate o no, si basano sul fatto incontestabile che, per liberare Mastrogiacomo, si è dovuto in cambio liberare un certo numero di Talebani.
Premesso che di trattativa si trattava, e dunque qualcosa in cambio occorreva pur darla visto che, fino a prova contraria, loro avevano in mano il cosidetto "pallino", siamo proprio sicuri che lo scambio sia stato poi così negativo?
Se analizziamo la situazione di quel paese scopriamo che non si tratta in realtà di una realtà nazionale come la intendiamo noi, ma di un accozzaglia di "signorotti" tutti intenti a farsi i propri interessi, come da noi nel Medio Evo per intenderci. Siamo allora sicuri che la liberazione di alcuni di tali signorotti abbia rafforzato il campo avverso, oppure abbiamo mandato loro ulteriore zizzania?
E poi, visto che ci tenevano tanto a vedere liberi quei loro "colleghi", perchè non li abbiamo usati come "cavallo di troia"?
So che sto per dire qualcosa che, alle nostre orecchie, suona brutto, ma per fare bene la guerra occorre alle volte mettersi sullo stesso piano del nemico, ed in Afganistan la guerra dei satelliti e delle buone intenzioni ha ampiamente dimostrato di non funzionare.
Premesso ciò, perchè prima di liberarli non ci siamo premuniti di fargli un bel "vaccino" a base di qualche virus per noi curabile ma lontano dagli ospedali no? Chessò, una bella TBC. Ma non di quelle "superresistenti" di cui parlano i giornali di questo periodo, quella tradizionale.
Chi di loro voleva portare a casa la pelle sarebbe dovuto andare in ospedale, e dunque avremmo ripreso coloro che abbiamo liberato e catturato anche qualche altro cattivo, e coloro che non volevano farsi prendere avrebbero semplicemente "tirato lo cuoia" come se si fossero presi una bella bomba "intelligente" in fronte!

Dopo aver espresso questo mio "delicato" pensiero vorrei ora esternarvi tutta la mia preoccupazione per una frase detta ieri dal direttore de La Stampa alla trasmissione di Ferrara su La7. Alla domanda se lui avrebbe o meno pubblicato le foto delle Coronate, ovvero delle porcherie ad oggi attribuite al clan Corona, il buon direttore ha ammesso di avere avuto tali foto, di non ritenerle poi così compromettenti. Ha però aggiunto che, mentre si domandava se pubblicarle o meno, il suo primo pensiero è stato "rischio d'essere incriminato/indagato/incarcerato?".
Non so voi, ma a me un direttore di un primario quotidiano nazionale che si pone tale domanda fà accapponare la pelle! Il direttore si dovrebbe porre la domanda se è etico pubblicare tali informazioni/foto e non se rischia la galera pubblicandole!
Dovrebbe ancora esserci la libertà di stampa, oppure da noi non vale più?

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